il veleno dell'animaQuando si compie un “Viaggio dell’Anima” si dovrebbe già sapere in anticipo che, come ogni anima che si elevi, essa incontrerà anche l’abisso in cui è possibile sprofondare. Gesù venne sottoposto a quaranta giorni di tentazioni, nel deserto, durante i quali dovette fare i conti con tutte le possibili corruzioni della propria anima.

E così, durante il Viaggio che ho appena compiuto, e che ho definito così, ho potuto assistere alla corruzione di un’anima, al suo sgretolarsi davanti ai miei occhi. Di tutte le anime corruttibili, la peggiore è sicuramente quella che si ammanta di bontà e di un percorso spirituale. Il mondo della formazione e della terapia è pieno di roboanti personaggi, pieni di sè e della propria vanagloria, che fanno molti più danni di quanto possano mai immaginare, credendo di fare del bene.

Durante i miei oltre quindici anni di percorsi e di “Scuole” per la crescita personale, ho avuto la fortuna di incontrare molti Maestri, che ho seguito a lungo, e che ho lasciato quando ritenevo di essere cresciuta “abbastanza”, per poi far apparire quello successivo, di livello sempre superiore. La “fortuna” consiste nel fatto che, quando si prende a modello o si seguono, per un certo periodo, gli insegnamenti di qualcuno, è perchè si riconoscono nel Maestro delle qualità che vorremmo avere e non abbiamo ancora. Il “lavoro su di sè” consiste, nella maggior parte dei casi, nell’osservare se stessi in situazioni poco abituali o che creano attrito. Chi, invece, crede di poter compiere un percorso di crescita o spirituale in autonomia, sarà facilmente tratto in inganno, poichè nessuno di noi ha la possibilità di guardarsi e riconoscere i propri vizi e difetti; il “sistema”che ci protegge è talmente sofisticato che giustificheremo a noi stessi ogni nostra azione.

Per mettere i propri studenti in situazioni di attrito, i Maestri davvero ne studiano di tutti i colori; soprattutto l’essere a contatto con altre persone, unite dallo stesso intento di crescita, favorisce l’osservazione del proprio “abisso personale”. Ecco perchè ho riconosciuto, nel corso degli anni, e molto prima di questo ultimo viaggio, ciò che avvelena l’anima, anche quella che crede di essere estremamente nobile.

Una delle caratteristiche più diffuse e velenose è la vanità. Ne siamo dotati tutti, anche i più umili e mansueti. Di solito un’anima che “si sta elevando” ha un aspetto esteriore piacevole e molto curato; spesso è anche affascinante e ammaliante. Sentirsi ammirati e vedersi ricercati, avere un seguito, attrarre persone del sesso opposto è normale e accade molto spesso a chi si dedica agli altri ed ha carisma. Gestire la propria vanità è qualcosa di molto difficile, solo persone di grandissimo spessore vedono dentro di sè al punto da riconoscere la propria vanità e riuscire a tenerla a bada, perchè non faccia danni.

Quando ci si prende la responsabilità di aiutare gli altri è fondamentale capire la propria motivazione profonda. Molti sono quelli che nutrono il proprio stesso bisogno di essere al centro dell’attenzione, hanno imparato molte cose e le divulgano e, mentre lo fanno, si “cibano delle persone”. Anche occuparsi degli altri è una droga, e spesso si ha bisogno della propria dose quotidiana, ammantata da altruismo e generosità.

Avere successo tra donne e uomini abitua ad usare il proprio fascino a proprio vantaggio, mettendo in secondo piano gli interessi della persona a cui si crede di dare aiuto. Il confine è molto sottile e si tratta davvero di sfumature, spesso usate molto abilmente, per cui non si è mai del tutto sicuri di aver frainteso o capito giusto.

La vanità nutre l’ego, che attraverso la stima e l’ammirazione dell’altro cresce, spesso a dismisura, in particolare quando non si ha nessuno che possa fare da campanello d’allarme. I “vampiri energetici” attraggono altri “vampiri energetici”, il nutrimento è reciproco, tra chi vuole attenzione e chi vuole riceverne.

Anche le iniziative più benefiche hanno risvolti che sono intrisi di orgoglio, volte più a dare lustro a chi le promuove che a chi riceverà (ammesso che lo riceva) il beneficio. Anche il denaro corrompe, naturalmente, se ci si abitua ad un certo tenore di vita, se si deve mantenere un “ruolo sociale” o portare avanti iniziative, sarà sempre più importante avere persone che hanno un bisogno da soddisfare, e raro sarà colui che rende davvero liberi ed autonomi i propri clienti. Creare dipendenza è un altro modo sottile e subdolo per continuare a finanziarsi, al di là di quello che è il bene effettivo della persona che si sta aiutando.

Assistere alla degenerazione di un’anima potenzialmente bellissima è davvero penoso, lascia sconcertati e senza parole, soprattutto perchè tanta conoscenza e tanto studio non sono sufficienti a rendere consapevole nessuno.

Essere testimoni e sapere che niente è possibile fare, quando l’anima in questione preferisce non rendersi conto di avere superato l’orlo dell’abisso, permette comunque di accrescere la propria forza e la consapevolezza del proprio valore. Mantenersi integri e coerenti, senza cadere nelle trappole che la situazione propone, è un’altra conquista del viaggio.

Ogni anima viene sottoposta a dure prove, tanto più quanto la sua ambizione è elevata. Pochi sanno crescere in umiltà e consapevolezza del proprio valore; pochi sono quelli che resistono alle lusinghe dell’ego, dell’orgoglio e della vanità.

Non esiste un antidoto al veleno; lunghi anni sono necessari prima di liberarsi dalla sua paralisi, e non è detto che sia possibile farlo.

Gli Angeli sono benevoli e lasciano sempre una via d’uscita.

Chi non è completamente accecato può riuscire a vederla.

 

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