E’ stato fatto un commento interessante ad un mio articolo, che credo meriti una risposta approfondita. Tengo in grande considerazione chi è scettico o diffidente, perchè lo sono stata anche io, e per la maggior parte degli anni che ho. Quello che ho verificato è che la persona che parte con scetticismo è quella che, quando ha verificato e conosciuto la persona o la metodologia, si dedica con maggior impegno ad impararla e praticarla; al contrario di tanti entusiasti che cambiano direzione o disciplina ogni due o tre mesi.
Il commento mi dona l’occasione di approfondire alcune cose che, anche se magari non costituiranno una risposta convincente per chi lo ha scritto, possono essere utili a qualcun altro.
Questo è il mio articolo, ed ecco il commento, che riproduco integralmente:
“Vorrei fare un appunto o critica che dir si voglia a questo articolo. Mi prendo la responsabilita di sostenere che un articolo del genere, nonostante l’intento sia sicuramente positivo, sia di una pericolosita’ estrema e nascosta. Chi si avvicina a certi argomenti o a certe pratiche ci si avventura molte volte in momenti di crisi, di dubbi, di cambiamento e di difficolta’. Incitare al cambiamento dovrebbe essere un suggerimento, un invito velato accompagnato dal suggerire di non abbandonare elementi razionali di giudizio. Lasciare il posto di lavoro da postino (esempio) potrebbe essere una buona idea…ma poi? Quale e’ l’interesse reale di scrivere in grassetto se non ci proverai la tua vita sara’ stata inutile? Non scherziamo su certe cose…mi sembra evidente che molti, se non tutti alla fine quindi compresa la sig.ra Pisano, vogliano portare acqua al loro mulino sotto forma di un non so quanto vile marketing spiritualistico. Chi opera nel settore della guarigione insegnamento etc etc. guarda un po’ suggerisce sempre certe cose…ma magari ha anche un interesse di fondo no? O non si puo’ dire altrimenti si giudica o si pensa male?
Non avrei detto o pensato cosi se la sig.ra fosse per esempio una raccoglitrice di pomodori presso l’orto di casa sua o se fosse una allevatrice di gatti da corsa…e invece e’ una yoga leader life coaching e bla bla bla. Non metto in discussione l’intento di stimolare una ricerca interiore ma la superficialita’ delle parole scelte… soprattutto il finale in grassetto che mi sembra quasi una forma di violenza psicologica.”
Il titolo che ho scelto fa riferimento proprio al “pericolo”, di cui si parla all’inizio del commento. La mia domanda, infatti è: qual è il pericolo reale? Soprattutto qual è la pericolosità estrema e nascosta? Nell’articolo raccontavo di quella che tante persone mi raccontano essere la loro quotidianità, cioè essere costretti ad un lavoro che li fa stare male solo all’idea di alzarsi al mattino, mentre qualcosa, dentro, chiede di potersi esprimere più liberamente: talento, creatività, gioia di vivere, leggerezza, o altro.
Quindi, qual è il pericolo reale? Forse quello che migliaia di persone rassegnino immediatamente le dimissioni appena letto quello che ho scritto? Non lo credo possibile, perchè ho amiche che mi parlano da decenni del lavoro che non sopportano più, e, come loro, tanti si interrogano su come potrebbero sbarcare il lunario facendo qualcosa che amano, ma non hanno il coraggio di lasciare il proprio stipendio sicuro.
Credo, piuttosto, che il pericolo reale sia ascoltare coloro che diffondo paura e incertezza, così da tenere legati al proprio giogo coloro che non hanno il coraggio di tentare altre strade. Credo, soprattutto, che il pericolo più grave sia trovarsi, alla fine della propria Vita, scoprendo di non avere vissuto, pieno di rancore, rabbia, scontentezza e dolore. Questo è ciò che si può dedurre frequentando gli anziani, gli ammalati negli ospedali, coloro che sono in fin di vita. Questo, almeno per me, è un pericolo molto più diffuso e concreto: sprecare la propria Vita.
Sono riuscita, con grande impegno, a cambiare quello che mi faceva star male nella mia Vita, e adesso, avendo compiuto un lungo percorso di Crescita Personale per me stessa, aiuto coloro che VOGLIONO migliorare o cambiare. E’ vero, siamo in tanti a definirci “Coach”, e a voler insegnare qualcosa in questo ambito. Siamo, sicuramente, in troppi, e tanti sono coloro che non hanno una Vita congruente con ciò che predicano, e penso che questo sia un pericolo reale.
Attraiamo ciò che SIAMO, ecco perchè dovremmo sempre chiederci come mai abbiamo incontrato qualcuno che ci ha abbindolato, in particolare se siamo convinti che la maggioranza delle persone abbiano come scopo quello di fregare gli altri. Quando è successo a me ho dovuto mettere in pratica quello che predico e andare a guardarmi in profondità quello che lo SPECCHIO che avevo guardato rifletteva (queste le mie riflessioni sull’esperienza).
D’altro canto da una raccoglitrice di pomodori mi aspetto che scriva su come fare una magnifica salsa, o su come seccarli alla perfezione; da una allevatrice di gatti da corsa come farli raggiungere lo sprint perfetto, non certo che parlino di cambiamento o di crescita personale. In caso contrario la mia intelligenza non brillerebbe di sicuro! Eppure la cosiddetta “normalità” vuole che ci siamo perfettamente abituati al fatto che le persone si occupino di cose su cui non sono per niente competenti, rivestano cariche istituzionali e ricevano compensi per qualcosa che non fanno, svolgano il ruolo di ministro di culto vivendo nel lusso e con grandi privilegi, ignorando la povertà del mondo, continuando ad essere conclamati esperti di “spiritualità”, mentre altre categorie fanno solo un “vile marketing spiritualistico“.
Riguardo allo “speculare sui dolori altrui” (come mi è stato anche scritto), ho sempre ben chiare le parole dei miei insegnanti, quando ci dicevano che “i Life Coach fanno la fame“. Devo convenire sul fatto che avevano ragione: con questo lavoro non si riesce assolutamente a mantenersi, a pagare l’affitto e le spese e, men che mai, a mantenere una famiglia. Eppure, nonostante ciò, non ho mai messo in discussione la Missione della mia Vita ben sapendo che, se l’avessi svolta, il Cielo stesso mi avrebbe aiutata a provvedere a me stessa. E’ abbastanza facile verificare, grazie al Social Network, che non partecipo ai grandi convegni, che non sono tra coloro che si disputano (con duelli all’ultimo sangue), i contratti con i pezzi grossi, che sono, assolutamente, “fuori dal giro”.
Il marketing è spesso meschino e vile, ma saper distinguere è una forma di intelligenza, mentre fare di tutta l’erba un fascio è, quello sì, pericoloso, perchè chiude ogni possibilità e categorizza sotto etichette standardizzate ogni persona.
Il mio compito è, e sarà sempre, quello di aiutare le persone ad avvicinarsi al proprio Sè più Vero, lasciando andare le maschere, le corazze, le sovrastutture e la falsa personalità. So bene che questo viene considerato pericoloso e sovversivo, eppure sempre di più sono coloro che, in questa epoca di Verità e Consapevolezza, cercano un aiuto per scardinare la falsità ed eliminarla dalla propria Vita. Forse potrebbero testimoniare questo le persone che mi hanno contattata, dicendomi di essere disperati e senza soldi, ed a cui ho cercato di dare tutto l’aiuto possibile, inventando uno scambio o dicendo che il pagamento non era necessario. Quando hai una Missione da svolgere niente ti può impedire di portarla avanti.
Ed, infine, ecco qui la mia “forma di violenza psicologica“, il finale dell’articolo, che trascrivo:
“Non abbiamo idea di quante cose sono possibili, oggi, e sono a disposizione di chi voglia, DAVVERO, diventare Se Stesso. Il presupposto necessario è quello di uscire dallo schema in cui sei ingabbiato, mollare l’ancora delle certezze che ti mantengono prigioniero, e volerti affidare alla Provvidenza che assiste gli audaci.
C’è una Voce che ti sta chiamando, ed il suo richiamo è diventato assordante. La tua Anima sta cercando di svegliarti e ricordarti la tua Missione. Se la svolgerai avrai vinto, se non ci proverai nemmeno, la tua Vita sarà stata inutile.
A Te la scelta.”
Sì, caro lettore, hai ragione, sicuramente ti sarà parsa minacciosa, questa conclusione che ti ricorda che la tua Anima ti sta svegliando, affinchè tu compia la tua Missione e che, se non ci proverai nemmeno, la tua Vita sarà stata inutile.
A chi sta dormendo non piace avere possibilità di scelta, preferisce credere all’ineluttabilità del destino, per non rischiare dei rimpianti futuri.
Per me, invece, si tratta di SCELTA, semplicemente, possibilità di SCELTA.
Quindi, concludo allo stesso modo: A Te la scelta.
Valeria Pisano
Vuoi capire come è possibile trasformare la tua esperienza in modo da ottenere risultati diversi?
La competenza innanzitutto ..grazie Valeria ?
Non mi sono sentita minacciata dal tuo articolo, ma stimolata a guardare e a guardarmi…….e pensare se sia il caso di fare qualche scelta.
Buongiorno…onestamente mi dispiace se l’appunto che ho fatto sia stato preso sul personale e non sia stato colto a pieno, anche per superficialità mia ovviamente. C’era una voglia di sdrammatizzare nel citare gatti e pomodori ed erano esempi, anche un pò surreali se vogliamo, per provare a comunicare un’idea e ovviamente non ci sono riuscito.Ma era un concetto abbastanza semplice in effetti.Se il sig. X di professione postino apre un blog di crescita personale dopo un percorso di ricerca e adesso fa l’allevatore di gatti da corsa e scrive quello stesso articolo… beh sarei stato meno scettico forse…e questo comunque era il senso.Onestamente la cosa che Le posso dire con certezza è che sicuro non volevo colpire Lei, non ho gli elementi per giudicare il Suo operato e pure se li avessi non avrei certo trovato piacere a farlo tramite un messaggio…e tra l’altro parlare di giudizio a volte in questi ambiti risulta un’arma a doppio taglio soprattutto per chi è nella posizione di non maestro! Ho letto il suo articolo del 2014 ( le sue riflessioni ) e sono rimasto felicemente colpito , per fortuna, ed è il motivo per cui Le scrivo per spiegarmi un pò meglio e per farle capire che non ce l’avevo con Lei. Quando ho risposto al suo articolo volevo stimolare una conversazione e mandare un messaggio nell’etere ed era rivolto diciamo più alla ” Categoria ” che alla persona, e vedere la reazione anche per trarne degli spunti. Non sto qui a fare di tutta un’erba un fascio assolutamente, ma mi sono permesso di commentare (tra l’altro su un altro sito che non ha approvato il commento quindi sono stato costretto per non “buttare” le mie parole a commentare sul Suo sito) perchè colpito dal titolo dell’articolo e dal contenuto che , a mio opinione, può creare si un richiamo alle propria vera missione (se mai ce ne fosse una in particolare ovvio…) , ma allo stesso tempo creare ulteriore scompiglio emozionale per chi magari è in una condizione di difficoltà per vari motivi…può mettere tarli in testa di difficile soluzione dal punto di vista di questa realtà materiale e può indirizzare, senza volerlo ovvio, in ambiti dove si rischia di finire anche senza quelle sicurezze di vita che però permettono una vita dignitosa. Siamo in un momento storico di trambusto epocale sotto tutti i punti di vista (socio economico politico e di valori) e spero che converrà con me che a volte chi si avvicina a certi ambiti lo fa anche perchè sfinito o perchè è in confusione. Il mio messaggio era anche un monito per non perdere, e naturalmente era rivolto soprattutto a me stesso, quel barlume di razionalità di fronte un articolo che non mi è piaciuto in alcune sue parti e che mi ha fatto scattare una sorta di campanello d’allarme. Vedo troppi maestri, troppi life coach, troppe parole vaghe, troppi miscugli di concetti tratti da filosofie molto lontane e anche tanta ipocrisia…non è questo il luogo per parlare di cose tipo le entrate in limousine di Osho e i suoi sbrillocchi ma è solo per rendere l’idea…e magari farci una risata sopra.
L’utilizzo di grassetto sottolineature e cambio di carattere nella sua grandezza sono elementi che a me non piacciono a meno che non siano casuali…e non credo. Anzi credo che servano a chi scrive a dire inconsciamente : ” Ehi tu che leggi fissati bene in testa questa frase questo concetto che magari se non lo scrivo in grassetto ti rimane di meno”. Ecco io lo capirei se fosse su una pubblicità su un cartellone per motivi di visibilità e uno sceglie un carattere più vistoso…ma su un articolo no. Non è pensare male per forza, è una semplice regola di scrittura-esposizione che ho imparato anche per deformazione professionale.
Per quanto riguarda la frase finale il sostenere “La tua Anima sta cercando di svegliarti e ricordarti la tua Missione. Se la svolgerai avrai vinto, se non ci proverai nemmeno, la tua Vita sarà stata inutile.” per me lascia aperti cosi tanti interrogativi e dubbi su concetti di difficile spiegazione per chi sta alla ricerca di un miglioramento che un concetto come “La tua vita sarà stata inutile” mi sembra un tantino esagerato e anche, mi permetto, fuoriluogo e quasi minaccioso…
Ora mi concedo di smettere di darti del lei sul finale Valeria, sono sicuro che sei una bravissima persona e non metto in discussione nè la tua preparazione nè la tua motivazione…anzi sono stato felice che mi hai risposto e non entro nella analisi della risposta perchè non se ne viene fuori ma apprezzo molto il tempo che mi hai dedicato.
Mi fa piacere riportare la mia esperienza: ho 53 anni e circa tre anni fa sono entrata in una profonda crisi “esistenziale”, cioè non depressione o altre patologie simili, ma ho cominciato a sentire in maniera sempre più forte il bisogno di rispondere ad un paio di domande: “Chi sono io? Che scopo ha la mia vita?”.
Contro tutto e tutti ho preso un anno di aspettativa dal lavoro, un lavoro di quelli sicuri, un classico posto fisso invidiato da tutti, e ho cominciato a occuparmi di me stessa: psicoterapia, infinite letture e ricerche, conferenze, esperienze varie di ricerca interiore (sciamanesimo, meditazione, reiki, ecc.).
Finito l’anno di aspettativa mi sono licenziata perché la strada che avevo intrapreso mi stava fornendo piccole tracce e indizi che mi sembrava mi avrebbero portato alle risposte che cercavo.
Certamente ho potuto farlo perché economicamente mi sono appoggiata a mio marito e insieme abbiamo valutato che, stringendo un po’ la cinghia, avremmo potuto farcela.
Ma in questi tre anni ho avuto modo di conoscermi come non era ancora successo nella mia vita precedente e soprattutto di sperimentare certe doti e qualità che non sapevo di possedere e che, messe in pratica, mi hanno consentito di far entrare qualche spicciolo nel bilancio familiare: “studiare creativamente” è una modalità di dare ripetizioni ai bambini e ai ragazzi che non hanno ancora trovato un metodo di studio e un approccio efficace con la scuola.
Ma al di là dell’aspetto economico, su cui comunque sono molto fiduciosa e confido che il futuro mi riservi buone sorprese (e su cui mi attivo, comunque), il vero “guadagno” è stata la scala di valori completamente ribaltata rispetto a prima: oggi mi pongo finalità di armonia, pace, consapevolezza e amore, parole e situazioni prima sconosciute al mio vocabolario e alla mia vita.
Oggi apprezzo ogni singola cosa e ogni singolo momento perché hanno un’importanza fondamentale nell’arricchire la mia vita e il contatto con l’Esistenza è diventato vivo e acceso, oggi il dialogo con me stessa e con la Vita mi aiuta a continuare su questo cammino chiarendomi di volta in volta gli obiettivi che posso perseguire.
Insomma, se prima la mia vita era una confusa ma soprattutto arrabbiata nebulosa senza una destinazione e uno scopo, oggi, anche se nulla è facile né scontato perché le resistenze, le paure e i blocchi sono ancora molti ma fanno parte della mia crescita, oggi, dicevo, credo di riuscire a vedere meglio la direzione verso cui devo andare (e gli scopi da pormi) e soprattutto ho maturato che senza coltivare la parte spirituale di noi stessi (al di fuori di qualsiasi religione) non c’è… Vita!
Grazie. Ciao. Lucia
Buongiorno a tutti, sono incappata poco tempo fa ne sito di Valeria e mi ha interessato perché i sui articoli e come lei si pone verso i lettori mi sembrano autentici. Oggi ho trovato il nuovo articolo e mi sono incuriosita e ho letto i commenti di Davide e le risposte. Vorrei dire a Davide una cosa: nelle tue parole leggo tanta rabbia ma è evidente che questa rabbia copre la sofferenza del sentire che nelle parole di Valeria risuona la verità. Guardare la realtà con occhi di verità è doloroso, ed è un primo passo.